Impariamo dalla storia del pomodoro

La nostra storia, la nostra essenza è un po’ come quella del pomodoro: è necessario che la si illustri brevemente, altrimenti si rischierebbe di non capirne il significato.

Quel frutto, di cui noi non possiamo non apprezzarne il vivace colorito, ha una storia assai travagliata; originario delle terre messicane e peruviane, le popolazioni locali del tempo, senza alcun indugio, hanno incominciato a consumarlo senza riserva alcuna, divertendosi a trasformarlo in ogni suo sottoprodotto possibile come, ad esempio, in salsa.

Ebbene, se queste popolazioni possiamo premiarle di tanta intraprendenza verso un frutto così invitante ma sconosciuto, non possiamo dire lo stesso, qualche secolo più avanti, delle popolazioni europee.

Infatti, giunto in Europa(1540 circa), il frutto veniva visto con (in)umana diffidenza, in special modo perché “i suoi simili”, in precedenza, erano risultati essere velenosi; ed è da questo punto che, per (in)consapevole generalizzazione, si preferiva osservarne la pianta che, con i suoi fiorellini gialli e le sue morbide foglie, certo potevano appagare la vista di tutte quelle persone frivolmente terrorizzate: si era preferito, appunto, limitare la propria conoscenza di tale creatura della Natura alla mera esteriorità che, seppur soddisfacente, non ne poteva esprimere la completa e reale essenza.

E così, pian piano, le sue bacche venivano utilizzate nella creazione di “magiche pozioni”; insomma, il tempo passava e la paura sembrava andare affievolendosi.

Purtroppo, però, per far sì che le popolazioni europee potessero scoprirne la bontà dei suoi frutti, ci sarebbero volute le carestie nate, soprattutto, in seguito all’avvento della peste: qui, sia le popolazioni più povere che quelle più ricche, per mancanza di grano e di cibo in generale, dovettero nascondere, in un certo senso, quella barriera di “paura dello sconosciuto”, semplicemente per non dover perire di fame; ed è così che si iniziò a scoprire un nuovo mondo di sapori e bontà.

Immagino lo stupore e alla vergogna generale dopo tutto questo: consapevoli, improvvisamente, di aver perduto, per molto tempo, il godimento che ne conseguiva da quel frutto così nobile al palato, ai sensi.

Il pomodoro, da disprezzato a venerato: era diventato la loro fonte di salvezza!

E in quanto a noi, beh… stiamo compiendo esattamente lo stesso errore, ogni singolo giorno della nostra vita.

Sbaglio?

Vai al Podcast del testo su Spotify:

https://open.spotify.com/episode/42DIXoFcaseMthL9643gL0?si=Knfz3iCjSGCRYBjvGWxR4Q

@thewriter98

Condividi su Facebook:
Default image
Thewriter98