Storie di Strada

Amava la natura e nel caos della città, quel luogo gli sembrava come un rifugio statico delle sue paure.
Gli piaceva passeggiare in quel verde solo se pioveva e solo se era domenica.
Perché non c’è connubio migliore di questo per lasciarsi trasportare dalla malinconia.
Il signore dall’ombrello un po’ sfatto e dai vestiti ben pensati, era amante della malinconia e rimanere immobile, per lui, guardando una serra su cui si frangono pesanti gocce di pioggia, era vita.
È musica.
Trae da queste domeniche un sospiro che lo riserva al resto dei giorni in cui sentirà tutto, tranne che l’anima muoversi.
Mi chiedevo cosa pensasse, guardandolo da lontano; e attentamente scrutavo i suoi minimi movimenti, finché non si girò guardandomi:
“Che bella pioggia, signorina! Non crede? Fermo qui, pensavo a questo.”
Io non risposi.
Lui aspettò qualche secondo, poi si volse.
È stato come se quell’uomo avesse ascoltato le mie domande.

E poi ho capito:
Stava lì, ad ascoltare la gente.
Si faceva carico dei passi, dei brusii, delle voci e degli sguardi.
Stava immobile per questo: non voleva disturbare il corso energetico delle anime che vi passavano accanto o che vi si accostavano dietro.
Era come un critico d’arte, di fronte al suo più importante dipinto.

Poi chiuse il suo ombrello, si diresse all’interno della serra e il mio occhio lo perse di vista.
Starà ancora ascoltando qualcuno, forse da qualche altra parte.

@giusipuglia

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Giusi Puglia