Lezione sull’imperfezione: Uomo e Natura

A rimirar 
la potenza sua infinita
stiamo...
e dal nostro cuore fugge
la tragica realtà...
la nostra inferiorità!

“Ma cosa dovremmo fare, esattamente, per essere persone migliori?”

Camminando nel piccolo bosco e sorseggiando, da una bottiglia di plastica deforme, il suo tè al limone, ripeteva a sé stesso quel quesito di vitale importanza; era talmente sopraffatto da quel momento intimo che, sovente, rischiava di cadere rovinosamente a terra, dato che inciampava nelle radici che serpeggiavano sulla superficie del terreno.

Con il suo rigido portamento e la sua camminata così precisa e ritmata, agli occhi di chi lo avrebbe potuto notare sarebbe parso essere più un Generale sul piede di guerra, piuttosto che un semplice ragazzo ambizioso e ingenuo, cui l’unica sua arma era una penna; invero, stava cercando, un po’ come tutti, di appellarsi al sommo privilegio del dubbio, per giungere così al proprio “scopo nella vita”.

Sembrerà buffo, è vero; però avvertiva chiaramente che la sempre più dilagante ferocità fra i cuori delle persone dovesse essere, in qualche maniera, fermata e trasformata in amore e bontà; in poche parole, voleva lui stesso, in primo luogo, raggiungere quella tanto agognata e spaventosa consapevolezza di essere fallibile e limitato, insomma… di essere un essere umano!

E la risposta a quella domanda, l’aveva trovata eccome…

in verità, era di una semplicità disarmante; quale modo migliore di prendere coscienza di ciò – pensava – se non quello di ritrovare quel rapporto originario con la Natura?

Già, la Natura; lei, con la sua sublime superiorità, avrebbe certamente avuto la capacità di farci sentire ciò che siamo: inferiori.

Da una parte, dunque, la perfezione; dall’altra, l’imperfezione.

Siamo imperfetti, siamo esseri umani!

@thewriter98

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