All’improvviso, tu – Storie (S)legate

QUINTA PUNTATA

Dario lasciò scorrere le dita tra i capelli di Ambra mentre spegneva quel che restava della sigaretta appena fumata.
Tornò a prendere il bicchiere che aveva accanto e se lo portò alle labbra, lasciando scendere la birra già tiepida in fondo alla gola.
Ambra aveva esitato quel secondo di troppo e aveva perso il momento, quello per avvicinare le sue labbra a quelle di lui e concedersi un breve istante di follia. Faceva sempre così, ritrovandosi in una spirale di rimpianti troppo lunga per una ragazza della sua età. Era giovane, in salute, discretamente benestante, poteva dedicarsi allo studio senza la preoccupazione di mantenersi, bella (a detta di Tia, perché lei bella non ci si vedeva mai). Eppure, quella malinconia di fondo, quella sensazione di incompiuto, quella leggera consapevolezza di essere sempre sbagliata magari nel posto giusto, non la abbandonava mai. Nemmeno quando si parava dietro l’estrema riservatezza, o l’eccessiva ironia.

Uscì da sé e si guardò. Si rivide in quella sera di fine estate prima che Giacomo la riaccompagnasse a casa, quando nella casa vuota di lui aveva concesso alle sue mani di percorrerle il corpo e alla sua bocca di esplorarla avida. Ricordò il dolore provato quando lui si prese la sua verginità, le unghie conficcate nelle sue spalle, il bacio che le diede e le promesse che le fece, travolto anche lui da emozioni che probabilmente nemmeno capiva. Anche il dolore della sua telefonata tornò forte a premerle il petto, quella di pochi mesi dopo, in cui le diceva che aveva conosciuto un’altra, che tra loro era finita, che lo sapeva anche lei che a distanza non avrebbero mai funzionato, che era meglio così. Per lui, sicuramente. Erano passati anni, ma quel dolore non se n’era mai andato via.
Anche ora, che era seduta accanto a un ragazzo appena conosciuto, carino, interessante, che la attraeva, il suo pensiero tornava indietro. Poteva lasciarlo andare? Lasciar andare Giacomo e, insieme a lui, quel dolore?

Si osservò portare dietro l’orecchio destro la ciocca di capelli che Dario aveva appena scostato, raccogliere i lunghi capelli davanti alla spalla sinistra a coprirle la scollatura e poi far scendere la mano ad accarezzarsi il braccio: si riconobbe in quei gesti di protezione.
Avrebbe voluto afferrarsi per le spalle, puntare gli occhi negli occhi verdi e scuotersi forte.
Si mosse, come attraversata da un brivido.
– Hai freddo? – le chiese Dario.
Scosse la testa.
– Continui ad andare via e non capisco dove tu vada – continuò lui, occhi miele di castagno negli occhi verdi.
– Sai quel mondo che si portano dentro le persone? Me lo porto anche io – gli rispose, accennando un sorriso. Occhi verdi negli occhi miele di castagno.
– Ti svelo un segreto – le disse. Avvicinandosi, e abbassando il tono. Ma non staccando mai gli occhi dai suoi. – Abbiamo tutti i nostri pensieri per la testa. Alcuni sono pensieri pesanti, altri crediamo solo che lo siano. Ci aggrappiamo ad essi perché non conosciamo altro. Ci culliamo in essi. Finché, all’improvviso, capiamo che erano tutte delle grandissime stronzate – sorrise.
– All’improvviso, come? – gli chiese Ambra, avvicinandosi a sua volta, e abbassando di più il tono.
– All’improvviso, così – le sussurrò. Labbra su labbra.
Ambra dischiuse le sue e gli cercò la lingua mentre sentiva la mano di lui accarezzarle la nuca.
C’era intimità in quel contatto, lieve, delicato. C’erano possibilità che si aprivano, vecchio da lasciar uscire e nuovo da lasciar entrare. O, forse, non era niente di più che un bacio dato a uno sconosciuto sul muretto di una discoteca affollata, ma Ambra sapeva che non era quello il momento di scoprirlo.
Si scostò, lasciando la fronte appoggiata a quella di Dario.
– All’improvviso così, eh!? – gli sussurrò a sua volta.
– Non è male come modo, no!? – rispose lui, la mano ancora dietro la nuca.
– All’improvviso mi piace – gli sorrise.
– Anche a me – le disse, posandole un leggero bacio sulla punta del naso.
– Sentiamo Ambra – continuò, avvolgendole la spalla con il braccio e voltandosi a guardare dritto di fronte a loro. – Che mi dici di quei due ragazzi che chiacchierano laggiù? Qual è la loro storia?
Ambra guardò il disegno del suo profilo, quelle labbra che aveva appena baciato e che avrebbe già voluto baciare ancora. Appoggiò la testa sulla spalla di Dario, rilassandosi tra le sue braccia, e seguì lo sguardo di lui sui due ragazzi lontani. Lasciò che la storia delle loro vite prendesse forma nella sua mente. Poi, aprì la bocca e iniziò a raccontarla.

***

FINE…
O FORSE NO!?

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Raffaella Lazzarato
Made in Taranto. Based in Milano. Sempre alla ricerca di qualcosa che mi faccia battere il cuore più forte del minuto prima. Mi accontento raramente. Scrivo per dar voce alla voce che trattengo. Scatto per imprimere nella memoria emozioni, scorci, sguardi e pensieri.