Gli occhi del tempo

Sospiri d'un'anima veleggiante
per mari d'infinita tristezza
e spuma d'odio e amore 
s'infrange sul debole cuore 
del suo amante: la vita.

Tanto l’amava e tanto l’odiava: i suoi occhi, d’un profondo blu, suscitavano una grande calma in chi avesse avuto il coraggio di posarne lo sguardo; sfumature di verde e di grigio completavano quella magnifica tavolozza del Grande Pittore della vita; si potevano scrutare i tormenti di qualsiasi persona, in quegli occhi…

grida soffocate tingevano di rosso sangue, per pochi istanti, quei perfetti specchi dell’anima…

vispi e confusi, sorridenti e piangenti: così erano, un tripudio di sentimenti contrastanti, aggrappati l’un l’altro alla sola e debole speranza di dimenticare quel passato mostruoso.

Pianti scroscianti, dolci come il rumoreggiare della pioggia autunnale in un bosco desolatamente popolato: solitudine dei sensi.

Ammiccanti, timido tentativo d’abbandonare l’infausto presente scatenante l’ira del suo animo, così esausto da desiderare, implorare la morte di quella sua memoria sofferente, maleodorante di vomitevoli ricordi, di cui anche i più belli, inesorabilmente, venivano trasformati in orrori del tempo.

Ticchettio, ascia pendente sul capo di quella giovane ragazza, stuprata da quello stesso tempo che avrebbe dovuto esaltarne la naturale bellezza e che, invece, non faceva altro che consumare e avvizzire la sua eterna bontà.

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Thewriter98