La voce delle parole: Psithirisma

I sospiri del vento

Silenziosamente il fruscio del vento s’insinua tra i pensieri di un’anima solitaria, che per un attimo cessa di prestare ascolto alla voce della sua mente e tenta di decifrare il linguaggio del vento che sembra parlarle.

Cosa vorrà mai da lei, anima errante in cerca di sé e di senno?
Non lo sa ancora, e mentre se lo chiede, si siede ai piedi di un salice piangente che sembra chinarsi appositamente per ascoltare cos’ha da raccontare quell’uomo.

Molti alberi riempiono il viale in cui si trova, ma solo quello sembra essere come casa.
Poco dopo essersi seduto, un suono gli ricorda che è autunno: il suono delle foglie secche che pian piano scricchiolano come le ossa d’un uomo ormai anziano.

Quando era ancora un bambino adorava saltarci sopra come se volesse prendere in giro il tempo. Perché forse è proprio vero che l’eternità sta nel sorriso spensierato di un bambino che vive il suo presente come fosse la vita intera senza passato né futuro, un presente senza tempo, un presente tremendamente bello e indistruttibile. Eppure quel rumore, adesso, gli trasmette angoscia e paura. Ed è proprio così che l’autunno terrestre si intreccia con il tramontare della vita umana.

Ai piedi di quel salice piangente si sente, adesso, come la Kallima inachus, una vera e propria farfalla-camaleonte ma all’incontrario.
Quella era leggera e libera seppur fragile e di ogni elemento imitava alla perfezione il colore, mimetizzandosi.
È proprio lì che sta il segreto della Kallima inachus: può avere la parte esterna delle ali grigia come un sasso se vi si adagia sopra ma la parte interna di quelle ali sarà piena di tutti colori esistenti.

Anche se tutto intorno sembra grigio, da qualche parte, in una grotta nascosta, ci sarà sempre una luce bianca che contiene tutti gli altri. Quell’uomo si sentiva una farfalla camaleonte al contrario: con l’unico colore che aveva dentro, il grigio, colorava tutto ciò che c’era fuori e tutti quei colori esterni venivano assorbiti dal grigio della sua anima.
Anche il salice fu sopraffatto da quella tristezza che divenne pittrice e divenne piangente per davvero.  Ciò che destò l’uomo da quei pensieri fu il vento dopo che ne ebbe colto i primi sussurri.

Cosa vorrà mai dirgli quel vento che sussurra e raramente strilla?
Non lo sa ancora, ma sa che questa somiglia a un’arte, l’arte dell’ascoltare il vento.
Questa richiede estrema attenzione: così cerca di cogliere ogni singola sfumatura sonora per decifrare il suo messaggio . Qualche volta, però, il vento si rinvigorisce e, con tutte le sue forze, ulula alla luna all’unisono coi lupi, quando cala la notte.
Ma questa non è la sola lingua che il vento parla. Il vento parla anche la lingua delle foglie ogni volta che ne accarezza una miriade sul medesimo albero, ogni volta che ne solleva una da terra e le ricorda cosa vuol dire volare.

È proprio questo che significa Psithirisma: il suono che fa il vento quando attraversa le foglie. Per qualcuno rumore, per qualcun altro, suono. Per quell’uomo, parole di una lingua multiforme.

Il vento, infatti, parla anche la lingua degli uccelli ogni volta che questi decidono di andargli incontro per poi rimanere ad ali aperte, fermi nello stesso pezzo di cielo per ore.
Il vento parla la lingua della pioggia, quando cambia inclinazione e bagna i volti gelati dei passanti o quando l’ultima goccia rugiada scivola giù da un petalo di fiore.
Il vento parla la lingua delle case, ogni volta che uno spiffero gli permette di penetrare nel loro silenzio. Parla la lingua dei raccolti e quella del mare, ogni volta che la sua superficie si ricopre di tante piccole onde che somigliano ai sorrisi imbarazzati ma compiaciuti di un umano, quasi come se il mare avesse la pelle d’oca nel sentire il vento che lo sfiora.
Il vento parla la lingua dei velieri, ogni volta che li accompagna per lunghi viaggi, quasi fosse un genitore che dà una pacca sulla spalla al figlio prima della partenza per un viaggio senza meta che è la vita. Parla la lingua dei più audaci marinai, ogni volta che si affidano lui.
Il vento sussurra, parla, ulula, urla, eppure nessuna parola dice.
Il vento sussurra e sospira ciò che a parole non saremmo mai capaci di dire.

@lauretana-capri

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Lauretana Capri