Un letto pieno di stelle – Libere Riflessioni

 Torno da solo in una casa solitaria.
In una casa che mi accoglie silenziosa e attonita, che mi dà il benvenuto solo attraverso gli sguardi sorridenti delle foto di quando ero bambino e di quando quella casa per me era nuova.
Mi guardo intorno e una luce soffusa è l’unica fonte di calore che riesco a percepire, in un clima insolitamente freddo per questa stagione insolitamente calda.
Le stanze vuote, la cuccia del cane vuota, le porte chiuse e le finestre serrate.

Vado in camera mia, mi fermo sull’uscio e comincio a notare dettagli già noti, ma non abbastanza considerati nelle giornate chiuso sui libri o con la musica nelle orecchie.
Le biro sulla scrivania, i vecchi occhiali da vista a fianco a un rotolo di scoctch – lo stesso che avevo usato per ripararli – le mensole colme di libri…le mensole…i vecchi annuari del liceo.
Ne prendo uno e comincio a sfogliare le pagine.
Pagine riempite da foto di gruppo, da foto di classe e da foto di persone. Pagine ricoperte di scritte. Scritte in penna, in pennarello, con l’indelebile e con il bianchetto, con i pastelli e con la matita. Ricordi lasciati in tanti modi, ricordi sbiaditi e che cerco di restaurare con i colori della memoria. E comincio a pensare. A ricordare.

I giorni trascorsi, i giorni che devono arrivare. I giorni da rifare e quelli da non ripetere mai. I giorni da fermare e quelli da mandare avanti veloce.
Persone che sono andate via, persone che sono rimaste, persone che ho perso. Che mi hanno fatto soffrire, che mi hanno reso felice o che mi hanno reso felice per poi farmi soffrire. O ancora il contrario.

Un anno che passa come un giorno. Ieri era il diploma e domani sarà la laurea. Un giorno in cui tutto cambia e l’altro in cui tutto resta uguale.
E in questo turbinio di immagini che mi accompagnano in un letto stellato, decido di ringraziare il Tempo, lo stesso Tempo che passa e che tutti maledicono e vorrebbero fermare.
Gli dico grazie per ogni singolo giorno, per ogni momento di solitudine e di compagnia. Per le persone che mi ha regalato e per quelle che mi ha tolto. Per le occasioni che ho perso e per quelle che ho guadagnato…

Grazie per non poter essere riportato indietro, altrimenti non avrei imparato nulla.

La vita è come un giardino. Esistono i momenti perfetti, ma non possono durare per sempre, tranne che nel ricordo”    

 – Leonard Nimoy

@lucabellomo

Vai alla barra degli strumenti